Ipertrofia prostatica

Ipertrofia prostatica – Cos’è? Quando si verifica l’Ingrossamento della prostata? Come si fa a capire se l’Ingrossamento della prostata necessità del controllo medico?

Ipertrofia prostatica è un’alterazione per la quale parti della ghiandola subiscono un lento ingrossamento nel corso degli anni. Questo tipo di ipertrofia prostatica non è mai maligna. A partire da 40 – 45 anni, in quasi tutti gli uomini si ha un lento ingrossamento della prostata. La maggior parte degli uomini continuano a vivere senza avvertire difficoltà. Bisogna ricordare che tale fenomeno accompagna il normale processo di invecchiamento. L’aumento di volume in realtà non è dovuto a una ipertrofia, ma a una iperplasia della ghiandola. Anche se entrambe le condizioni comportano un aumento volumetrico, il termine ipertrofia indica l’aumento di volume delle singole cellule componenti un organo, che mantengono invariato il loro numero, mentre iperplasia indica l’aumento del numero delle cellule.

In base a disturbi delle dunzioni urinarie è possibile capire se l’ingrossamento della prostata necessità del controllo medico o meno. Il problema inizia con lo sviluppo di noduli microscopici costituiti principalmente da elementi stromali e parenchimali, che col passare del tempo, aumentando in numero e dimensioni comprimono l’uretra prostatica producendo un’ostruzione che ostacola la fuoriuscita dell’urina.

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I SINTOMI:

I sintomi saranno tanto più pronunciati quanto maggiori sono l’ipertrofia della ghiandola e la conseguente ostruzione dell’uretta. Ovviamente non c’è un rapporto tra la frequenza dell’attività sessuale e l’ipertrofia della prostata. Non tutti gli uomini si sottopongono ad un intervento chirurgico, perché solo un uomo su 4 manifesta qualche sintomo. Esistono farmaci che danno risultati soddisfacenti per il trattamento di questo disturbo, alcuni a base di ormoni altri no.

Poiché la funzione principale della vescica è quella di espellere l’urina è chiaro che l’ostacolo rappresentato dall’ingrossamento della prostata impone alla vescica uno sforzo maggiore per scaricare l’urina. Ne consegue che la parete della vescica diventa più spessa, più muscolosa e più pesante. Alla fine la vescica non riesce più a svuotarsi completamente a ogni minzione. La quantità di questa urina residua continua ad aumentare e finisce per creare una pressione anormale sugli ureteri in direzione dei reni. Alla dilatazione degli ureteri si aggiunge un indebolimento della funzione renale e di ciò risente lo stato di salute generale. Lasciandolo progredire senza essere curato, può portare a una totale insufficienza renale.

Nell’ipertrofia prostatica si ricorre ai seguenti interventi:

  1. Prostatectomia sovrapubica – si pratica un’incisione lungo la linea mediana del basso addome e si apre la vescica. Attraverso la vescica aperta si asporta la prostata in una o due fasi. Quindi nella vescica viene posto un catetere per alcuni giorni, che una volta tolto riprende il normale flusso urinario.
  2. Prostatectomia retropubica – l’incisione è praticata nel basso addome, direttamente sopra la prostata che viene asportata senza aprire la vescica urinaria.
  3. Resezione transuretrale – una parte della porzione ostruente della prostata è asportata elettricamente con un’ansa metallica che viene fatta passare attraverso un cistoscopio. Questo procedimento non richiede incisioni.

Il procedimento viene scelto a seconda delle dimensioni della prostata, la presenza o meno di calcoli o infezioni nella vescica, la presenza o meno di diverticoli nella vescica, in base alle condizioni della funzione renale e lo stato di salute in generale.

PREVENZIONE:

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