Parto-Come funziona il parto

Il parto – Tutto quel che bisogna sapere sul parto.

Il meccanismo più normale con cui avviene la maggioranza dei parti è la nascita del bambino con la testa in avanti. Avvolte anziché la testa davanti al canale del parto possono presentarsi altri regioni del corpo come le natiche, le gambe, un braccio, una spalla.. Il parto può distinguersi in “eutocico” o “fisiologico” se avviene spontaneamente, oppure in “distocico” o “non fisiologico” se, in seguito a complicazioni, è necessario l’intervento medico.

Partorire tutto quello che devi sapere

Per quale ragione il bambino si presenta in una posizione anomala?

In molti casi il motivo non è chiaro, in altri ciò può essere dovuto a:

  1. Forma anomala del bacino materno
  2. La placenta si è inserita sull’apertura del collo dell’utero, sotto la testa del bambino
  3. Parto gemellare
  4. Parto prematuro
  5. Anomalie dello stesso bambino

Che misure si adottano quando ci si accorge che il bambino si presenta in una posizione anomala?

La scelta delle misure da adottare in simili casi dipende da molti fattori come:

  1. Il numero delle gravidanze sostenute precedentemente
  2. Il tipo di anomalia riscontrata
  3. Lo stadio in cui si trova il parto quando ci si accorge della posizione anomala
  4. L’avvenuta rottura o meno del sacco amniotico ( le cosiddette acque )
  5. Dimensioni e condizioni del bambino
  6. Condizioni generali della madre

Nel decidere quale via seguire, l’ostetricia tiene conto di tutti questi fattori. In alcuni casi la posizione anomala si corregge spontaneamente nel corso del parto, in altri può essere riportata alla normalità dall’ostetrica, in altri ancora il bambino può essere dato alla luce senza complicazioni nonostante la posizione in cui si è presentato. In determinate condizioni il medico può decidere di porre fine al parto praticando un taglio cesareo.

 

Quali sono gli elementi che possono consentire alla gestante di capire che il parto è imminente?

  • Dolori addominali o contrazioni
  • Rottura del sacco amniotico
  • Fuoriuscita di muco sanguigno dalla vagina

La comparsa dell’uno o dell’altro di questi fenomeni è sintomatica dell’imminenza del parto.

SINTOMI DEL PARTO:

  • Le contrazioni dell’utero
  • Le doglie
  • Una sensazione di irrigidimento e di tensione dell’addome
  • Dolori che si irradiano dalla schiena alla parte anteriore del corpo
  • Una sensazione di stiramento alle cosce

All’inizio le doglie sono irregolari e durano un paio di secondi appena, ma dopo alcune ore si susseguono con maggior rapidità, prolungandosi e facendosi più dolorose. Quando il sacco amniotico si rompe, le acque possono fuoriuscire lentamente a piccole gocce oppure a fiotto. Se la rottura del sacco amniotico precede la comparsa delle doglie, questa si verifica di norma entro le 24 ore successive e nell’arco delle 24 – 48 ore seguenti se vi è fuoriuscita di sangue o muco sanguigno.

Il parto può essere suddiviso in 4 fasi:

Le prime due fasi costituiscono il travaglio che comincia con forti e regolari contrazioni uterine.

Fase prodromica – È caratterizzata dalla presenza di contrazioni dell’utero a carattere inizialmente irregolare ma con una certa tendenza alla regolarizzazione con il passare delle ore. La frequenza e la durata di contrazioni varia a livello individuale. La donna avverte il dolore a livello della zona sovrapubica. Inoltre può verificarsi l’espulsione del cosiddetto di piccole striature di sangue dovute alle iniziali modificazioni della cervice uterina. La durata di questa fase è molto variabile, in genere dura circa 5-6 ore.

Fase dilatante – Le contrazioni diventano regolari (una ogni 3-4 minuti) e in genere aumenta la loro durata (30-40 secondi) e l’intensità. Ogni contrazione dilata la cervice fino alla sua completa dilatazione, ( 10 e più centimetri di diametro ). Questa fase termina con il raggiungimento della dilatazione completa della cervice uterina, quando spesso avviene la rottura delle membrane amniotiche. Il dolore interessa maggiormente la zona lombosacrale, questa fase dura circa 4-5 ore.

Fase espulsiva – Comincia quando la dilatazione è completa. In essa si svolgono i principali fenomeni meccanici del parto ovvero tutti quei movimenti e quelle rotazioni che il feto deve compiere all’interno del canale del parto per poter nascere. In questo caso il medico e l’ostetrica sono molto più fiscali nel dover rispettare il tempo massimo di 1 ora dal momento della dilatazione completa.

Secondamento – Comincia subito dopo l’espulsione del feto dall’utero materno e termina con l’espulsione di placenta, cordone, membrane amniocoriali. Di solito la placenta viene espulsa entro 20-30 minuti dall’espulsione del feto.

Fase post- parte

Comincia subito dopo l’espulsione degli annessi fetali e termina 2 ore dopo, in quanto le principali complicanze correlate al parto (in particolare quelle di tipo emorragico) si verificano in queste prime 2 ore. In Italia, per legge, chi ha assistito al parto deve controllare la paziente per queste 2 ore: controllo generale, perdite di sangue, contrazione e retrazione dell’utero.

DOLORI DEL PARTO:

Il dolore sofferto durante il parto varia da donna a donna. Per alcune il dolore è intenso, mentre altre provano poco o nessun dolore. Molti sono i fattori che influenzano la percezione del dolore: la paura, la quantità di parti precedenti, la presentazione del feto, la posizione in cui si partorisce, il sostegno ricevuto durante il travaglio, la soglia di dolore naturale. Le contrazioni uterine, sempre intense durante il parto, vengono percepite generalmente come dolorose, anche se il grado di dolore varia da donna a donna e ci sono addirittura alcune persone che trovano piacevoli queste sensazioni.

Quanto dura un parto normale?

Il periodo di dilatazione dura in media 12 ore se si tratta del primo figlio, meno di 8 ore per i bambini successivi. Il periodo di espulsione del feto ha la durata di circa un ora per il primo figlio, solitamente un po meno per i figli successivi.

Quando deve avvenire il ricovero in ospedale o in clinica della partoriente?

Non esiste al riguardo una regola generale, poiché tutto dipende dal tipo di assistenza prestato durante il parto dal ginecologo prescelto. Tra l’altro è molto importante ricordare che:

  1. La distanza che divide l’abitazione della partoriente dall’ospedale è determinante per la tempestività con cui la futura madre deve essere ricoverata.
  2. Se si tratta del primo figlio impiegherà probabilmente più tempo a venire alla luce, per cui la partoriente può concedersi maggior tempo prima di recarsi in ospedale.
  3. Le pazienti cui sono state riscontrate anomalie o complicazioni dovrebbero recarsi in ospedale prima delle altre, prima che inizia il travaglio.

In quale periodo del parto è assolutamente necessario il ricovero ospedaliero?

Se si tratta del primo figlio, quando contrazioni violente si sono succedute per un’intera ora a intervalli di 5 minuti. Se la gravidanza è stata normale è meglio che la partoriente rimanga a casa finché non è iniziato il travaglio. Se invece non si tratta della prima gestazione e i parti precedenti si sono conclusi rapidamente è consigliabile recarsi per tempo in ospedale.

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Pubblicato da bellezzaebellezza

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